VIAREGGIO. Di strada ne ha fatta davvero il Viareggio che dai tempi di Galleno – che oggi milita in Seconda Categoria – ha scavalcato ostacoli che dall’Eccellenza l’hanno portato in Prima Divisione, dove fino ad oggi sta recitando un ruolo da protagonista e di rivelazione in senso assoluto, considerando che ogni domenica mister Stefano Cuoghi, valore aggiunto di questa squadra, manda in campo otto giovani sugli undici schierati.

I sacrifici e il lavoro hanno portato la società a resistere nonostante i grossi sacrifici che il presidente Stefano Dinelli compie ogni anno per riuscire a salvare la categoria. I bilanci sani e la politica dei giovani sono i migliori ingredienti per durare nel tempo. Se poi si riesce, come è avvenuto fino ad oggi, dall’inizio della stagione ad abbinare anche risultati positivi allora non si può che essere soddisfatti.

Il Viareggio sta giocando alla pari con tutti, forte di una mentalità vincente che ha trasmesso l’allenatore, che è venuto ad abitare in Versilia, proprio per stare vicino all’ambiente, sposando in pieno quelli che sono i programmi della società ed adattandosi alla realtà Viareggio, che significa gestione professionale e competente, abbinata ad un gruppo che è una famiglia, dove dal presidente in testa, se occorre rimboccarsi le maniche ed essere pratici, tutti lo fanno con grande entusiasmo, lasciando agli altri l’accademia e il saper apparire “vendendo fumo”.

E proprio per questa capacità di gestire la società, in Lega Pro, il Viareggio è preso d’esempio dal presidente, Mario Macalli e dai suoi collaboratori e questo crediamo sia il miglior complimento per le zebre che dai tempi di Galleno ad oggi, di strada ne hanno fatta molta offrendo alle categorie superiori ogni anno giocatori che calcano il terreno dello stadio “dei Pini” per essere costruiti e spiccare poi il volo verso orizzonti più importanti.

Tutti i giocatori i che sono passati da Viareggio si portano dentro la società, la città e la cordialità e l’affetto dei viareggini, che sanno offrire a chi viene da fuori, un senso di accoglienza, facendolo sentire come a casa propria, valori che non si acquistano al supermarket, ma che si hanno nel proprio dna.

Ecco perché nel corso degli anni i risultati ottenuti non sono frutto di un caso, ma di una seria e attenta programmazione da parte della società.

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